
            
            Capitolo tredicesimo
            
            Neanche il Nocetti
            sfugge alla resa dei conti della Notte dei Botti…Altro che
            prodigiose facoltà, altro che tagliare il filo dell’orizzonte:
            questi sono solo i sogni di Tirabuoni!
            Nocetti era stato
            sorpreso dalla Notte dei Botti sul più bello e ne sapeva poco di
            tutta la faccenda: era col Giorgio in un night e si era
            appartato con una puttana. Tutto qui. E poi col fuggi fuggi dei
            botti anche lui sull’autostrada…Ora è nell’ingorgo con gli
            elicotteri che vanno su e giù. A lui non gli riesce quello che è
            riuscito a Monno e Nanna che sono sgusciati via dalla stazione di
            servizio e ormai hanno raggiunto l’autogrill al km 154…Lui è
            rimasto bloccato nell’ingorgo. Bloccato che non si può più
            muovere, che non riesce neanche a scendere dall’auto… Il
            Giorgio, più magro, è strisciato fuori ed è andato avanti a
            vedere che cazzo è successo. E anche lì la solita menata degli
            Accertamenti: tutti nelle auto che arrivano le pattuglie…E intanto
            sono ore che stanno lì fermi.
            Qualcuno si distende
            sul cofano dell’auto, qualcuno scalcia, ogni tanto scoppia una
            rissa perché quello davanti tiene acceso il diesel e appuzza
            l’aria…Ecco dove è inchiavicato il Nocetti! Altro che volare a
            cavallo di un’asta di ombrellone! Altro che ragazza con
            l’asciugamano! La Notte dei Botti gli è arrivata in testa come
            una mazzata.
            Certo lui si dà le
            arie, dice che conosce personalmente il Presidente
            dell’Associazione, che ‘sta storia della Notte dei Botti la
            sapeva già…’ Ma a queste fregnacce può credere solo Giorgio
            perché è uno sbarbato. Ora nell’auto vorrebbe schiacciare un
            pisolino ma non può perché è incazzato col Giorgio che non torna.
            Il Giorgio poi ha ancora la ferita sullo zigomo…E ci credo… nel night
            va a sfottere la fighetta del Tizio, ancheggia, occhieggia…e il
            Tizio s’incazza di brutto…Se non fosse stato per i botti, per il
            casino del fuggi fuggi, il Giorgio a quest’ora era steso e
            stecchito…
            E’ qui che si vede la
            differenza tra un dirigente e un autista! L’altra sbarba non è
            mica per la grana che si è avvicinata a me…è un fatto di fiuto,
            l’ha fiutato il pisello giusto, che si poteva fidare…La Sbarba,
            una gialla, una robina piccola piccola ma col culo a tamburo, viene
            a sedersi vicino a me…e come si è seduta, la troia!
            E sì che c’è
            differenza tra un dirigente e un autista anche se il camion se l’è
            comprato, resta sempre una testa di minchia!
            Il Giorgio ne aggancia
            una finalmente e sembra proprio che…ma lui comincia a tirarla per
            le lunghe…parla…parla…e intanto la mia Sbarba si faceva
            tastare, ordinava da bere, e si faceva tastare tanto che me ne
            venivo lì…Poi l’ho invitata a ballare anche per sentirmela
            addosso…una donna è come una giacca, la devi indossare per vedere
            se va bene, per sapere se è aderente, se ti sta larga o stretta…
            E dalla pista il
            Nocetti aveva visto con la coda dell’occhio che il Giorgio
            continuava a parlare, le mani tutte e due sul tavolo, la vodka che
            andava e veniva, il Giorgio che stava ad ascoltare…La ragazza di
            certo stava a sbobinare tutta la manfrina, a cosce chiuse, tutto
            sbobinava: che veniva da lontano…tutto sbobinava e ordinava
            sbobba…
            La Gialla nel ballo si
            comporta proprio bene, a parlare non parla, ogni tanto sorride e mi
            respira forte nell’orecchio, si attacca, quasi si appende, fa la
            gatta, fa le fusa, mi fonde il cervello ‘sta piccola stronza! E
            però se anche ci scappa il milioncino, dico, per questa robina qui,
            ne vale la pena…
            E ne è valsa la pena:
            peccato che quando sono scoppiati ‘sti botti della madonna stavamo
            nel separè che appunto stiamo dicendo: ‘facciamone un’altra per
            bene ma in una camera vera’, che succede il finimondo!
            Poi torno dal separè
            che non capivo niente perché di nuovo mi si era indurito tutto e
            trovo il Giorgio che, mollata la sbobinatrice, vuole rifarsi con la
            figa di Tizio: un macello! E tutto in pochi secondi, neanche il
            tempo di intervenire, di chiamarlo quel gran pirla del Giorgio che
            era già tutta una ferita sulla faccia che non si vedevano più
            neanche gli occhi…Il Giorgio voleva rifarsi e per poco ci restava
            secco. Il Giorgio non sarà mai un dirigente: non ha la stoffa, non
            sa valutare le situazioni, non sa misurare le forze in campo, agisce
            alla cieca, si fa infinocchiare dalla prima stronza che passa, il
            Giorgio è proprio un pirla!
            E così mentre stavano
            per arrivare quelli della Sicurezza scoppiano i botti: cos’è cosa
            non è, una bomba, autobomba, caldaia o che cazzo, tutte le fighe
            dai separè e tutti i coglioni cominciano a spingere che vogliono
            uscire. Il Giorgio capisce a volo questa volta, si alza di scatto
            che non gli fa impressione più il colpo e comincia a spingere anche
            lui, tutto sporco di sangue com’è…
            Ad ogni buon conto, al
            Giorgio, una volta glielo dissi chiaro: guarda che qui conta solo la
            fica, il resto è tutto un equivoco…Questo il Giorgio l’ha
            capito ma non sa ancora metterlo in pratica. Ad ogni buon conto la
            ferita sullo zigomo non era nulla di veramente grave, non ci voleva
            neanche un punto, era stato tutto spavento e basta. E così, fuori
            dal locale, il tempo di fare cinquecento metri, che già ci hanno
            costretto ad incolonnarci e ad entrare nell’autostrada. Poi la
            notte piombata bella e precisa nella testa: un po’ il bere, un
            po’ la scopata, un po’ lo spavento, riprendiamo conoscenza che
            sono le otto del mattino. E qui ancora tutti fermi che non si
            procede, motori spenti, nelle macchine a dormire. Poi mi piomba
            invece il Tirabuoni, verso mezzogiorno, ma lì lo stacco del
            cellulare è preciso…E ora il Giorgio in giro a chiedere perché
            non succede nulla qua.
            Il Giorgio un po’ mi
            fa pena: ieri invece di concludere con la stronza ha beccato il
            pugno del Tizio, oggi è sempre fuori a chiedere, mi fa pena perché
            ha una grossa paura, paura per il camion, per quello che può
            succedere. Mi fa pena perché lui non diventerà mai nessuno…E’
            già vecchio, già me lo vedo invecchiare, senza dire una parola,
            uno schiacciato sin dall’inizio…Il Giorgio, devo proprio
            convincermi, il Giorgio è una nullità…E io sto a perdere il mio
            tempo. E’ degno del Tirabuoni, ecco.
             
            Si, ma prima, prima di
            staccare il cellulare, il Nocetti una cosa buona l’aveva fatta.
            L’Associazione era stata avvertita…Cioè: l’Associazione gli
            aveva riferito, su sua telefonica richiesta, le decisione prese. Si,
            durante la Notte dei Botti, era ufficiale ormai, c’era stato un
            bel casino. C’era scappato pure qualche morto. Il Presidente,
            dicevano, lo aveva pubblicamente ammesso, tra i soci riuniti. Ma
            bisognava sdrammatizzare.
            Il Documento di
            Adesione alla Notte dei Botti era già pronto. Il Documento
            dell’Associazione. Già pronto? Il Nocetti s’incazza. Col
            Segretario che gli dice filo per segno che è stato già dato alla
            Stampa. Che arriva troppo tardi.
            Giorgio non torna più.
            Tutti fermi nella fila fottuta. Con gli elicotteri che vanno su e giù
            con l’acqua…
            Il Segretario
            dell’Associazione, filo per segno, che: Primo: doveva succedere
            una cosa del genere prima o poi…che poteva anche non essere una
            cosa così rumorosa ma era andata così e ormai…Secondo: che
            l’Associazione era preparata da almeno un anno a questa
            evenienza…accordi anche internazionali erano stati stipulati negli
            ultimi tre mesi…che anche in Borsa circolavano voci e che, in un
            certo senso, la cosa era stata già assorbita e superata…Terzo:
            che presto tutti avrebbero saputo dai giornali, compreso lui, il
            Nocetti…Documento dell’Associazione esauriente e
            definitivo…Accordi preventivi, negli ultimi due mesi, con cinque
            giornalisti e con due direttori anche di testate
            televisive…Dunque: statti buono Nocetti e non ci pensare più che
            noi ci abbiamo già pensato. Piuttosto cerca di tornare in sede
            perché c’è del lavoro da fare!
            Gli elicotteri su e giù.
            Cominciano a scendere dalle auto, provano a scendere giù dalle
            scarpate, scavalcano i guardrail. Non aspettiamo mica gli
            Accertamenti! Che cazzo di Accertamenti vuoi aspettare? Gli
            elicotteri su e giù a far casino. Che si fa? Il Giorgio non torna e
            magari è sceso anche lui per la scarpata e mi ha mollato qua. Bel
            ringraziamento per averlo raccolto. Allora lo sfigato è pure
            stronzo? Il Nocetti scende e si avvia verso il guardrail.
            Un elicottero scende a
            bassa quota che quasi si ferma sul tetto di un’auto. Escono
            dall’auto e si gettano rotolando lungo la scarpata. Altri,
            scivolando, si ficcano sotto le auto e urlano, urlano senza voce.
            Nocetti salta giù, rotola, rialza la testa che gli sanguina quando
            è in fondo alla scarpata, bestemmia. L’elicottero va, si
            arrampicano su per la scarpata, senza scarpe, pantaloni a brandelli,
            feriti.
            La gente esce tutta
            allo scoperto, niente paura, era solo che il pilota
            dell’elicottero voleva divertirsi un po’, bisogna capirli, su e
            giù, carica acqua, scarica acqua, alla fine è proprio una rottura
            di balle e così fanno un po’ di giostra. E poi a loro modo
            festeggiano la Notte dei Botti…
            Ora che si muovano un
            po’! Ancora fermi! Non è detto che il Documento sia davvero
            pronto: mica sto a quello che dice la checca del Segretario. Mi
            vuole fregare, lo stronzo. Ma cosa crede, di avere a che fare col
            Tirabuoni? Si può ancora intervenire, una virgola, un punto, un
            aggettivo. Qualcosa. Dopo la Notte dei Botti non è detto mica che
            il Presidente sia ancora quello lì…il Presidente…E anche il
            Segretario, mica è detto che. Mi avrà raccontato balle e magari lo
            hanno già fatto fuori, lo stronzo. Il Giorgio, il Giorgio…Ormai
            il Giorgio non torna più.
            Giorgio non torna più
            perché cazzeggia ai bordi della scarpata. Gli ha preso di brutto lo
            spavento per gli elicotteri ed è rimasto lì.
            Nocetti pensa che per
            la storia del Documento di Adesione la partita è persa: la Notte
            dei Botti gli è passata sopra la testa…Sopra la testa come i
            satelliti di Scriba che sogna i cavalli.
            Scriba all’inizio non
            riesce proprio a sognarli i Resistenti…Deve accontentarsi dei
            cavalli…Centinaia di zoccoli sui selciati, nitriti, impennate…Ma
            anche da sveglio Scriba non saprebbe immaginarli, i
            Resistenti…Centinaia di cavalli che saltano le barriere dei
            pedaggi dell’autostrada…Centinaia di cavalli che imboccano la
            tangenziale occupando tutte le corsie…Un solo manto nero che si
            muove, freme, prorompe ad ondate…Centinaia di cavalli sui binari
            della metropolitana, sulle banchine, nelle carrozze…
            Ma poi nel sogno di
            Scriba appaiono i primi cavalieri…Cavalieri a piedi nudi, in
            piedi, sui cavalli…Centinaia di cavalieri che fanno acrobazie, che
            saltano da un cavallo all’ altro…Cavalli e cavalieri che
            invadono le strade e le piazze della città disegnando festose
            figure…Piramidi di cavalieri alte quanto gli edifici…E’ la
            prima vera sfida alla Notte dei Botti…
             
            
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