La poesia e l'arte di Biagio Cepollaro

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MOSTRE

2014

 

 

Le tre vie in otto tele
 

Le tre vie in otto tele è il titolo della mostra di Torino che si inaugura il 9 gennaio 2014. I colori primari: il rosso, il giallo e il blu. Questi quadri (quattro rossi,due gialli, due blu) sono per me delle tavole di riflessione. I pigmenti per costruire queste tempere all’uovo sono rosso cadmio medio, blu oltremare puro, e bruno scuro di Kassel, mentre il giallo è dato dal giallo Napoli e giallo limone ad olio. Si tratta del mio rosso, del mio blu e del mio giallo. Il nero è anche quello del catrame e il bianco è quello di una pasta che funziona normalmente come colla. I colori primari hanno un valore non solo grammaticale e spirituale, per me hanno anche un valore ‘pratico’: permettono di orientarsi nelle dimensioni dell’esistenza, permettono di sintonizzarsi sulle note fondamentali della vita. Predomina il rosso perché per me le occasioni di descrivere ciò che vivo col giallo o col blu sono più rare. Come se immaginassi la confidenza col rosso come la radice e il giallo e blu come esperienze- limite. Tavole di riflessione dove i segni iscritti e graffiati punteggiano il tempo della pausa in cui le forze si raccolgono e si prova a cogliere il senso del vissuto. O almeno le tonalità primarie, fondamentali.

 (Catalogo in pdf  e Video catalogo: http://youtu.be/wk5qtQRewIU)

 

Francesco Forlani che allestisce la mostra

 

Biagio Cepollaro nell'allestimento della mostra

 

 

 

 

2013

 

 

 

La mostra di Biagio Cepollaro, dal titolo  Mentre il pianeta ruota , s’inserisce all’interno della rassegna dedicata a Giuliano Mesa  Tu se sai dire dillo,  quest’anno alla sua seconda edizione e promossa oltre che dalla Galleria Ostrakon, dal Laboratorio 1 aprile  e dalla Libreria popolare di via Tadino.

La selezione di opere realizzate tra il 2011 e il 2013 è opera di Fausto Pagliano che guida il Laboratorio di pittura 1 aprile. Il titolo della mostra è tratto da una poesia di Cepollaro che costituisce il nuovo work in progress:

il corpo dorme per rigenerare in sé e da sé

gli umori parlanti: saranno liquide le frasi

di giubilo liquidi i richiami e le invocazioni

il corpo fa del sonno una pausa intensamente

viva all’interno della vita mentre il pianeta ruota

 Italo Testa da Al gioco delle cose:

Queste opere sono esse stesse la figurazione di una scrittura riassorbita nel mondo, del ritornare delle parole al loro contesto. Del loro essere riesperite a partire non da un fatto di lingua, ma dalla loro stessa azione fisica e materica. Del loro iscriversi nella nudità dell’esistere, nel contesto della vita propria – la vita che ci rappresentiamo – e insieme di una vita più ampia, anonima, di un universo a-verbale che scorre continuamente sotto di noi.

Così la pittura di Cepollaro è la messa in opera di questo attraversamento dei segni per andare oltre i segni, di una pratica artistica non auto conclusa, ma fondamentalmente eteronoma, che cerca la sua legge in quel continuum della vita che qui e ora può sempre esser riafferrata nella sua novità.

Non sono parole, dunque, ma ancora con parole innestate in una vita più vasta. Non arte per se stessa, ma ancora opera artistica, perché

[…] ancora

si scrive e si pensa

ancora si fa arte

ma da un’altra parte (Lavoro da fare)

E perché in fondo

[…] senso vivo all’arte

l’avrebbe dato il resto (Versi nuovi)

Di questa pratica l’opera pittorica di Cepollaro è una messa in opera, la figurazione di una idea poetica che continua oltre le parole e i segni, senza per ciò stesso annullarli, inchiodarli al silenzio, ma piuttosto inquadrandoli da un punto di vista in cui essi diventano tracce di un nostro stare materialmente esposti al mondo, “tracce scure o lucenti di un fuoco”, perché i segni e le parole possano stare finalmente “al gioco delle cose”.

  Catalogo in pdf

Video catalogo:    http://www.youtube.com/watch?v=QOti_7G6Ekk&feature=share&list=UUK1h9sP7H2yVvnybx49aF0w

 

Da sinistra, dal fondo: Vittorio Passaro, Fausto Pagliano, Francesco Forlani e Luigi Metropoli

 

Da sinistra: Pino Tripodi, Antonello Sparzani, Laura Crippa, Giusi Drago.

 

 

 

 

2011 

Biagio Cepollaro, la materia delle parole

(opere 2008-2010)

Catalogo introdotto da Elisabetta Longari

20 Gennaio - 5 Febbraio 2011

Inaugurazione giovedì 20 Gennaio ore 18.30

Via Pastrengo 15, Milano (MI)

Dal Catalogo: La ritmica di Biagio Cepollaro, Elisabetta Longari

Se la poesia è principalmente questione di ritmo, anche per lo sguardo, come tra i primi ha indicato Mallarmé, allora questa pittura di Cepollaro non è che la forma che la sua poesia ha assunto attualmente.

Sulle superfici galleggiano isole di testo come fogli o timbri, mentre "viaggiano" parole ridotte a tracce di energia di un corpo che respira sente scrive; ma sono soprattutto le pause che ne scandiscono il senso come il montaggio in un film. La poesia, la scrittura e le parole, allontanatesi dal problema del significato, portano nel corpo di ciò che costituzionalmente sono (e che la semiotica ci ha insegnato a designare come significante) una meteorologia irta di aperture e collassi.

I colori svolgono comunque una parte considerevole, sprigionando effetti stranianti: anche se vicini ai primari, sono colori "scomodi", non pacificati, a volte perfino sulla soglia dello stridore. Figli di un evidente tramestio cui Cepollaro sottopone i materiali più vari.

Rosso, nero e giallo-oro evocano sigilli e ceralacche, mentre i formati a volte richiamano il rotolo orientale, senza però mai portare un senso di precarietà e leggerezza; anzi i lavori presentano una durezza un po‟ ostica, un effetto pietrificato, come tavole scritte in un enigmatico linguaggio di cui si è perdutala memoria. Niente stele di Rosetta, solamente si susseguono strati su strati, e le parole indistinte formano un brusio sommesso. Suoni. Voci. Timbri. Toni.

Non è questa poesia? I titoli, brevi, hanno per lo più a che vedere con la scrittura e con la letteratura (si veda il recente ciclo La cognizione del dolore, ispirato a Gadda); altrimenti spesso coincidono, o semplicemente incominciano, con un verbo all'infinito (ad esempio Incombere, Squadernare, Redimere il nero).

I titoli dei dipinti di Cepollaro contengono quindi a volte l'idea di un'azione che ne sottolinea il valore fenomenologico; però invece sempre portano un‟ombra, un rischio. «Le opere d'arte sono sempre il frutto dell'essere stati in pericolo, scriveva Rilke, che se non erro era un poeta[…]».

 

Biagio Cepollaro  (Catalogo della mostra La materia delle parole, 2011)

 

 

 

Emanuele Magri ed Elisabetta Longari                                         Biagio Cepollaro e Giulia Niccolai

 

2010 

Cepollaro

Cepollaro

 

Sabato 16 ottobre 2010 ore 18.00
Inaugurazione della mostra e presentazione del libro
La Camera verde, via Miani 20, Roma
 

 

La cognizione del dolore

Otto tele per Gadda

di
Biagio Cepollaro
 
Cepollaro

Cepollaro

 

 

 

COMUNICATO STAMPA- INAUGURAZIONE A S.AMBROGIO 28 gennaio 2010 ore 18.30

28-31 gennaio 2010.

Inaugurazione e presentazione del libro Da strato a strato, La Camera verde, Roma, 2009

 

Biagio Cepollaro, Da strato a strato: dal libro alla mostra.

 

Da strato a strato è il titolo di un libro e di una mostra.

Raccoglie 21 immagini di quadri e 21 stanze di un poemetto. Testi e immagini nate contemporaneamente, parole che si sono coagulate sulla pagina e parole che hanno dialogato con i materiali della pittura, diventando segni tra segni.

Le parole della poesia sono leggibili, stampate in un libro: possono essere lette ad alta voce chiamando chi ascolta al significato, le parole che sono diventate segni possono in un certo senso essere viste per quelle che sono: tracce su legno o su tela di movimenti della mano e della sua intensità nell’insieme di altri gesti e di altre tracce.

Ho voluto scrivere sul cemento, sul gesso, sul pigmento, sul catrame. Non solo sulla carta. Le parole, diventate illeggibili ma non irriconoscibili, ai miei occhi hanno conquistato un senso che non avevano: si sono incarnate, sono diventate, con i colori e con le materie, elementi della composizione complessiva: le parole, insomma, sono nel quadro, sono il quadro. E’ stato come uscire dall’astrazione e dal mentale del linguaggio. E’ stato come esplorare la lingua delle cose, la lingua muta ma espressiva di quell’immenso mondo extra-verbale che una volta era la Natura e che oggi è la Città, dove non tanto la tecnica regna, ma il caso, spesso, violento e talvolta sorprendentemente bello. Ecco perché il catrame, il cemento e il gesso, e, insieme, l’acrilico, il pigmento e l’antica tecnica della tempera all’uovo. Per provare con mezzi elementari ad indicare la complessità che non si lascia dire.’

'Sono piuttosto soddisfatto di essere un grafico (cioè un designer - fra l'altro - della scrittura), perché i miei attrezzi conoscitivi mi sembrano abbastanza calzanti rispetto al lavoro di Biagio Cepollaro. Avere un piede nel verbale  e uno nel figurale, e essere abituato a pensare che la scrittura ha un apparenza e una fenomenalità, va proprio bene per i quadri di Biagio.

Rispetto alla origine verbale, e poi scrittoria, però è come se Biagio quasi una volta per tutte, oltre che all'avviarsi di ognuna delle sue opere, facesse quanto dice Stefano Agosti a proposito di Klee e della pratica usata da tutti i pittori: il gesto, cioé, di strizzare gli occhi: “Socchiudendo gli occhi il pittore libera forme, masse, volume e colore dai loro vincoli con gli oggetti”, (e per Cepollaro gli oggetti sono "cose scritte"). Strizzando gli occhi il pittore nega, cioé, cancella, oblitera la semantica proprio per mettersi in grado di fare esplodere i valori estesici.' (Giovanni Anceschi, La scrittura rinnegata.

'It’s hard to imagine a time when only landscapes and portraiture were the order of the day. We are surrounded by so many kinds of art today, that considering any restraints is nearly impossible. Here we are in the 21st century, where using words, letters, marks and gestures is quite common. Writing has become such an integral part of many an artist’s oeuvre. One such artist is Biagio Cepollaro. In some of his work, there’s the enigma of seeing legible words without being able to understand them, which makes us wonder what he’s saying; what ideas are being proffered. In other works, it’s only the gesture of writing that he captures and he uses that as construction, with no intention of conveying a meaning. But whether readable or not his compositions are all about writing and marks. Instead of looking at a still life or landscape, here we are appreciating something totally human; a man’s thoughts and gestures.' (Dean Aldrich , Words and Mark Making )

 

Allestimento dell'abside. Franco Tripodi, Fausto Pagliano e Cosimo Mero.

 

Abside

 

Allestimento dell'abside. Franco Tripodi, Fausto Pagliano e Cosimo Mero.

 

 

ARCHIVIO MOSTRE

2009

Nel fuoco della scrittura di Biagio Cepollaro

all’ARCHI GALLERY di Milano

1-4 Dicembre 2009

 

Nel fuoco della scrittura è una mostra nata a Roma, presso La Camera verde, nel 2008, dando vita anche all’omonimo libro che raccoglie testi poetici e immagini del poeta-artista visivo. La mostra da Roma si è trasferita a Napoli (Il filo di Partenope,2009) e poi a Piacenza (Laboratorio delle Arti,2009) arricchendosi e cambiando, fino all’attuale fisionomia che prevede opere dipinte su legno, su carta e ‘ibridi’ digitali: stampe su tela, lavorate poi a mano.

Il nucleo generativo della mostra è rimasto immutato: la scrittura e il suo rapporto con i supporti e con i materiali della pittura.

Sia quando i punti di partenza sono l’arte digitale e l’inchiostro, sia quando lo sono l’impasto di gesso, cemento e catrame, sia quando a primeggiare è l’acrilico, lo sguardo dell’artista resta focalizzato sui segni della scrittura.

Sulle tavole o sulle carte vengono composti contemporaneamente sia testi poetici sia configurazioni pittoriche: le interazioni tra l’occhio e la mente,tra il segno,il colore,la materia e la parola moltiplicano l’energia complessiva in una sintesi finale che è il quadro.

A quel punto il significato delle parole che compongono il testo poetico disseminato su tutta la superficie viene dimenticato: ciò che resta è appunto questa pura energia di comunicazione che ha dato vita a forme a volte geometriche, a volte che si richiamano a distanza, secondo l’alchimia degli equilibri tra i ‘pesi’.

 

Biagio Cepollaro (Napoli, 1959) che ha prodotto in un trentennio di attività poetica libri come la Trilogia 1985-1997 (Scribeide, Luna persciente, Fabrica) e i più recenti Versi Nuovi (2004) e Lavoro da fare (2006), in questa fase della sua vita si è dedicato intensamente all’attività pittorica, portando in tale ambito tutta l’esperienza compositiva e la sensibilità per i segni della poesia.

 

Due libri, editi da La Camera verde di Roma, illustrano il suo lavoro: Nel fuoco della scrittura (2008) e Da strato a strato (2009).

 

Video-Catalogo della mostra di Biagio Cepollaro,  Nel fuoco della scrittura.

Laboratorio delle Arti, Piazza Barozzieri 7/a, Piacenza.

13 giugno – 4 luglio 2009

Inaugurazione il 13 giugno, ore 17.00.

Presentazione di Italo Testa e Rosanna Guida del libro omonimo pubblicato da La Camera Verde, Roma, 2008.

 

Fausto Pagliano e Laura Crippa

 

Giovanni Anceschi e Biagio Cepollaro

 

Milli Graffi, Rosalba Sironi e Italo Testa

 

Biagio Cepollaro e Rosanna Guida

 

Milli Graffi, Biagio Cepollaro, William Xerra

 

Biagio Cepollaro

 

Italo Testa e Biagio Cepollaro

 

William Xerra e Biagio Cepollaro

 

 

VENERDI' 9 GENNAIO 2009 ALLE ORE 18

IL FILO DI PARTENOPE

INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA DI OPERE
DI BIAGIO CEPOLLARO
"NEL FUOCO DELLA SCRITTURA"
CON LA PRESENTAZIONE DI MARIANO BAINO

BRINDISI AL 2009 CON
INCHIOSTRO D'ISPIRAZIONE
AUTENTICO ARTIST'S COCKTAIL
PREPARATO DA CESARE GAGLIARDI
CON LA RICETTA DELL'ARTISTS CLUB DI RUE PIGALLE DI PARIGI
ILFILODIPARTENOPE80138 NAPOLIVIA DELLA SAPIENZA 4

(ZONA MUSEO-COSTANTINOPOLI) TEL 081295922, 3388581875

Foto della mostra:

 

 

 

 

 

Da sinistra: Biagio Cepollaro e Mariano Baino

 

 

 

2008

20 settembre-17 ottobre: la mostra Nel fuoco della scrittura di Biagio Cepollaro

 

 

Sabato 20 settembre ore 18.00

Inaugurazione della mostra di pittura

e presentazione del libro

Nel fuoco della scrittura

di Biagio Cepollaro

 

La mostra si può visitare fino al 17 ottobre

dalle ore 17.00 alle ore 23.00, esclusi i lunedì. Di mattina su appuntamento.

 

Centro Culturale

»LA CAMERA VERDE«

Via Giovanni Miani, 20, 20/a, 20/b - 00154 Roma

Cell. 340 5263877

e-mail: lacameraverde@tiscalinet.it

www.lacameraverde.com

Nel fuoco della scrittura, il libro.