Prologo

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Dal Prologo di Lavoro da fare

 

*

 

calmati o il cuore ti scoppierà e non è metafora  

poetica ma proprio sordo tonfo d’organo

risposta che travalica

domanda e nel vuoto degli occhi

si schianta

ora scrivi come hai sempre fatto

e non scherzare più col fuoco

della vita

o in una di queste mattine la piccola

storia sgangherata e sempre

pronta a rimangiarsi il cielo

finirà tra lo strepito del condominio

non come si chiude un volo

ma come un colpo di tosse

 

calmati e scrivi: fallo anche ora

in mezzo ai capelli bianchi

fallo come quando eri ragazzo

col terrore negli occhi

fallo anche solo per non crepare                             

non si tratta più di conoscere

si tratta ora  nel pericolo

grande solo di portare a casa

la pelle: non c’è niente in questo

di cui ti devi vergognare: è così

e basta.

 

e ora che la voce si alza riesci

perfino a vedere nella finestra

di fronte l’onda del mondo

che s’appiana in risacca di pietra

e metallo: senza prodigio non vai

da nessuna parte ché quello

che non ti fu dato all’inizio

non cesserà mai di mancare

 

e lo hai sempre saputo di andare

storto nel mondo come uno

che anche correndo lo fa

con una corda al collo: ora

non dare strappi: fa colazione

fatti la barba siediti pure

ma fallo lentamente senza la stretta

non è colpa di nessuno se la voce

che ti dai è la sola che in piedi ti tiene

 

(...)